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Cima d’Oin 3276 m – Parete nord

Giugno 18, 2016

La Cima d’Oin è una piccola punta posta sopra il lago Serrù -Valle dell’Orco- che non si potrebbe in alcuna maniera definire famosa. La si può annoverare tra quelle cime di cui parlano i local, molto local, ma per lo più sconosciuta al resto del mondo.
Tra i patiti del genere, è conosciuta per lo scivolo di neve della parete nord, scesa in alcune occasioni dagli amanti del ripido.

Per quanto riguarda l’aspetto alpinistico, il nulla.
Anni or sono, prima di sapere che fosse sciabile, avevo messo gli occhi su questa parete in quanto mi era sembrato un ottimo itinerario per usare le picche senza dover andare troppo lontano da casa.

Il primo a parlarmi della discesa della parete fu Pier, mitico guardiano della diga e persona molto ben informata dei fatti: “Questa primavera sono scesi dei francesi”, io attonito pensai ” ma guarda te, io sto qui a pensare se si può salire e questi ci vengo a sciare!Bah, insomma, è una pista da sci!”

Tornando al presente, finalmente quest’anno mi sono tolto la curiosità di giocare su questa parete di casa.
Viste le temperature miti decidiamo con Daniele di andare a dormire all’invernale del Rifugio Chivasso così da poter attaccare presto.
La mattina seguente, dopo nemmeno quattro ore di sonno, il concetto di “presto” si è scontrato con la dura realtà del fatti ed è diventato ” che sarà mai un piccolo ritardo?”.

Alle sei meno dieci iniziamo a camminare e verso le sette e trenta siamo alla terminale sotto la parete. L’umore è alto, la nebbia è bassa e, a tratti,fiocchi di neve scendono copiosi.Ottimo, no?
La salita della parete risulta facile come ci si immaginava, solo il superamento di quattro rigole molto profonde e la neve molle rendono la progressione più tecnica e faticosa
A tratti le nubi se ne vanno e si apre sotto di noi la vista magnifica sulla valle e sul lago Serrù in parte ghiacciato. ” Che spettacolo, è proprio un gran posto” mi ritrovo a pensare a voce alta.
Verso la fine, una cresta di roccia, che definire marcia è fin un complimento, rappresenta l’ultimo ostacolo per arrivare sulla Cima d’Oin.
In una sorta di bufera arriviamo sul punto più alto. L’orologio segna quattro ore e mezza dall’auto, “Bella, bellissima, facile, veloce e panorama stupendo!” ironizza Dani. Ovviamente l’ironia è sul panorama perchè non si vede un accidente ma il resto è vero.
Discesa, tempo di GPS e carta. Piano piano arriviamo al Colle della Vacca e da li scendiamo al rifugio Ballotta ed infine all’auto.
Le nubi si sono alzate e lasciano vedere la parete.
Temevo che una volta salita ne sarei rimasto deluso, ed invece, non vedo l’ora di ritornarci! Queste piccole montagne a volte lasciano il segno.

Difficolta: AD
Dislivello: 450 m
Materiale: dotazione da nord + qualche friends medio

Avvicinamento: dal lago Serrù attraversare la diga e costeggiare il lago fino alla morena del ghiacciaio della Capra. Risalirlo fino alla base della parete.

Salita: passata la terminale, dopo 100 metri circa, prendere il canale a sinistra. Superando diverse rigole, anche profonde, salire il pendio fino al suo termine su una cresta nevosa. Da qui attraversare il pendio verso sinistra e raggiungere la cresta rocciosa. Seguirla fino in cima senza particolari difficoltà.

Discesa: seguire la cresta in direzione nord ovest fino alla quota 3127 m. Abbassarsi quindi sul ghiacciaio verso ovest costeggiando le rocce della Cima della Vacca e giungendo al Colle della Vacca.
Da qui scendere al Pian Ballotta e quindi all’omonimo rifugio da dove brevemente si raggiunge la strada asfaltata .

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