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Corso base di scialpinismo, ecco com’è andato.

Febbraio 18, 2019

Mancano ventiquattro ore all’inizio del corso di scialpinismo. La neve scarseggia.
Qualche fiocco di neve inizia a cadere il venerdì e, come per magia, domenica mattina abbiamo settanta stupendi centimetri di neve fresca a Pragelato. Che si aprano le danze!

Quest’anno il corso è composto da un bel gruppetto di amanti della neve: Paolo, Stefano, Alessandro, Manuela e Piero.  Differenti capacità sugli sci ma una cosa in comune: la voglia di avvicinarsi allo scialpinismo in sicurezza imparando a conoscere la neve e l’ambiente circostante.

La prima uscita si svolge al Clot della Soma, sopra Pragelato. Il mondo. Tutto il popolo dei corsi di ski alp si è riversato qui. Uno dei pochi luoghi sicuri con così tanta neve fresca.
Saliamo lungo le vecchie piste oramai chiuse. Piano piano la folla si dirada e troviamo le pendenze giuste per provare il “temuto” dietro- front, ovvero girarsi sul posto in salita. Un buon esercizio di scioltezza e coordinazione che le prime volte può dare qualche problemino.
Arrivati al Clot decidiamo di proseguire verso il Morefreddo. Ci fermiamo poco sotto la cima dopo aver fatto circa 1100 metri di dislivello. Non male come prima gita!
La discesa è molto bella ma la neve fonda non è proprio facilissima da sciare e la Guida da spettacolo con un bel tuffo stile 360 in avanti. Sarà stato voluto o no? mah!
Buona la Prima!

Secondo appuntamento alla Punta Falinère.
Solo settecento metri di salita ma oggi la neve è impegnativa. Il forte vento ha creato delle lastre dure come il marmo e lavorate come un vecchio tronco nodoso.
Prove di battitura della traccia e utilizzo dei coltelli su pendio ripido e ghiacciato. Alcuni tratti risultano un po’ impegnativi ma arriviamo bene all’anticima, ovvero la nostra meta sciistica.
La discesa è un riassunto di tutte le nevi che si possono trovare nella vita di uno scialpinista. Crosta, trasformata, ventata e anche polvere.
Un buon esercizio per le gambe e per finire, per non farci mancare nulla, sotto una fitta nevicata, facciamo una bella ricerca artva.

Per le ultime due giornate decidiamo di andare al Pian del Mussa e dormire al Rifugio Ciriè.
Sabato saliamo al Colle del Tovetto sud, scendiamo  nel vallone retrostante e risaliamo al Colletto del Tovo. In discesa risaliamo al Colle nord del Tovetto e ci lanciamo verso una buona merenda in rifugio.
Una gita con tanto sviluppo e un senso di avventura constante. Sali, scendi, metti le pelli e togli le pelli. Questo è fare SCIALPINISMO!
Domenica, ultimo giorno di corso. Obiettivo, l’anticima della Punta Rossa di Sea. Un giga panettone di neve trasformata!
La salita inizia con neve dura e qualche metti e togli per via della poca neve ma una volta arrivati a Pian Ciamarella il panorama è stupendo e la gita si fa vedere in tutto il suo splendore.
Saliamo sotto un sole cocente. Piero, affaticato da giorno precedente, decide di godersi l’ombra dell’ultimo albero e di aspettarci.
Dalla cima il panorama è super ma non tardiamo troppo e calziamo gli sci. Dopo cento metri di neve ventata si aprono i pendii rivolti a sud. Neve trasformata!
Curve, curve e ancora curve! La pendenza è ottima. Non eccessiva ma nemmeno poca. Il giusto per divertirsi.
Recuperiamo Piero e puntiamo al Rifugio Ciriè. La parte bassa della discesa, complice il caldo, si trasforma in un percorso di skicross tra tratti di erba e strettoie. Con qualche passaggio avventuroso raggiungiamo la nostra meta: il tagliere di salumi e la pista da fondo che ci riporterà all’auto.

Nell’arco di quindici giorni siamo passati dallo scialpinismo invernale a quello primaverile, godendo di ogni neve, tempo metereologico e sempre con grande entusiamo e voglio di cimentarsi in questa nuova passione.
Grazie Manuela, grazie Paolo, grazie Piero, grazie Stefano, grazie Alessandro.
Sono state quattro super giornate!

CORSO BASE DI SCIALPINISMO – DETTAGLI

 

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