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Punta Sbaron, una gita alle porte di Torino

Gennaio 29, 2018

La Punta Sbaron è una di quelle cime note nell’ambiente scialpinistico torinese. Una classica si può dire.
Per questo motivo non ci siamo accontentati della vetta ma abbiamo deciso di proseguire, seguendo l’istinto e la voglia di esplorare.
Non è cosa rara trovare neve trasformata su queste vette esposte a meridione, dove il sole lavora il manto nevoso anche nel pieno dell’inverno. Un velluto di neve bello da sciare ma anche bello da salire. Senza fatica, solo con il rumore delle pelli che scivolano.
Dalla cima è iniziate la nostra vera gita. Abbiamo proseguito sulla dorsale verso nord, ammaliati dai pendi rivolti a sud ovest che facevano bella mostra di sè qualche dosso più avanti.
Per più di un’ora siamo saliti e scesi  lungo la cresta fino a trovare il nostro canale. Nostro nel senso che il solo vederlo ci ha fatto illuminare gli occhi.
Uno alla volta ci siamo lanciati nell’imbuto che ci ha condotto al pianoro sottostante inanellando una serie di curve perfette.
Un traverso un po’ in salita ci porta sulla dorsale successiva e alla seconda super discesa. 25° costanti per 250 metri, su neve trasformata. Una goduria.
Seconda risalita e terza discesa entusiasmante. Ultima pellata per guadagnare il vallone di discesa e tornare all’auto.
Siamo nuovamente sulla ” via normale” della Punta Sbaron. Molte tracce ma la neve tiene ancora e le belle curve non si contano più.
Alle 16 siamo in auto con la nostra nota gita nel sacco.
Questa volta la Punta Sbaron è stata meno “scontata del solito”.

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