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Aiguille de la Brenva – Giovanni Paolo II +Père Eternel

Giugno 29, 2016

Quante volte prendendo la funivia abbiamo visto questo ago di roccia? Oppure dalla terrazza del Rifugio Torino, quante volte l’abbiamo scrutata al tramonto dopo cena?
Quest’avventura è nata proprio durante una sera di chiacchere con il simpatico staff del Rifugio Torino.
Parlando di montagna salta fuori che la pertica del Père Eternel è ancora in loco e, senti senti, la si raggiunge da un una via moderna facile e perfettamente spittata.
Come molti di voi sanno, questo è il classico caso in cui la testa inizia a viaggiare per i fatti suoi fino a che il corpo non decide di assecondarla.

Quattro giorni dopo, in quattro saliamo sulla Sky Way. Destinazione Père Eternel e la sua mitica pertica quasi secolare.
Incuriositi da questa guglia mitica si sono uniti all’avventura Daniele, Paolo ed Emanuele.
Avventura in tutti i sensi perchè non sappiamo nulla della via moderna che dovrebbe portarci alla base del Père Eternel. Sappiamo che è spittata, che dovrebbe essere facile e che dovrebbe attaccare da qualche parte a sinistra della verticale della Brèche du Père Eternel. Informazioni abbondanti, no?

Per fortuna lo studio fotografico della parete ha dato i suoi frutti e troviamo l’attacco al primo colpo.
La via si chiama “Giovanni Paolo II” ed è un vero gioiellino. Ottimamente spittata e con difficoltà nell’oridne del 5+/6a, regala un’arrampicata divertente su buona roccia, fatta eccezione per le due lunghezze centrali abbattute e un po’ rotte.
Nella parte bassa i tiri sono piuttosto di piedi mentre nella parte alta si tirano stupende lame e fessure. Dopo otto tiri si arriva alla Brèche. Monte Bianco davanti e Père Eternel sopra di noi.
Da qui in avanti gli spit scompaiono e si segue la via del 1927.
Arrivati sotto la pertica si rimane stupefatti da questo pezzo di storia arrivato fino a noi a testimonianza di quanto fossero determinati Grivel and Co.
Oltre ad essere stupefatti, va detto che la pertica incute un certo timore e le prime bracciate si danno delicate come quando si scala una stalattite.
Trattendo il respiro si supera il pezzo di storia e si continua verso la cima grazie ai chiodi da mina infissi nella roccia al tempo della prima salita.
La cima è un terrazzino con sosta a spit quasi moderni. Si sta comodamente in due e guardandosi attorno ci si rende conto di essere in un posto incredibile.
Foto e abbracci prima della doppia nel vuoto.
Un attimo prima di appendermi alle corde scorgo il Rifugio Torino tra le nuvole. Cambio di prospettiva.
Chissà se qualche alpinista sta guardando il Père Eternel dal rifugio domandandosi se sia salibile.
Assolutamente si ed è un’avventura pazzesca.

Via “Giovanni Paolo II” + Perè Eternel

Difficoltà: 6a/A0
Dislivello complessivo: 400 m
Tiri: 8 + 3
Materiale in loco: Giovanni Paolo II è completamente attrezzata a spit. Il Père Eternel è completamente attrezzato con materiale classico.
Materiale necessario: set di rinvii e volendo qualche friends medio.

Avvicinamento: dalla stazione intermendia del Pavillon prendere il sentiero per il punto panoramico della Brenva. Dopo avere superato un tratto attrezzato e una piccola falesia sulla destra, iniziare ad alzarsi per prati e pietraie in direzione dell’evidente Ghiacciaio d’Entreves.
Risalire il ghiacciaio fin sotto la verticale della Brèche du Père Eternel. Attacco segnato da uno spit con cordone rosso a sinistra della verticale della brèche. 1,30h di avvicinamento

Via “Papa Giovanni II”

L1/L3: tre tiri ben spittati con alcuni passi più delicati. Soste comode. 5+/6a
L4: sale una crestina rotta e sosta su un ripiano di sfaciumi alla base di alcune placche più compatte. 3a
L5: sale sopra la sosta e si sposta a destra superando un marcato canale di placche. Sosta su ampio ripiano sotto una parete più verticale e fessurata. 5a
L6: lunghezza su lame e fessure con un passo in placca per arrivare in sosta. 5c
L7: lame e fessura molto bella che porta in sosta. 6a
L8: tiro in diagonale fino alla Brèche. 3
Stupendo panorama sulla Brenva

Père Eternel – via del 1927

L1: scendere pochi metri fino all’intaglio e salire dal lato brenva per facili blocchi fino ad arrivare ad una sosta con tre chiodi cordini e maillon. Pertica ben visibile dalla sosta.
L2: portarsi sotto la pertica e salirla con delicatezza rinviando i chiodi da mina infissi nella roccia. Sosta fattibile sopra la pertica su chiodo da mina e friend n°2.
L3: seguire la linea di chiodi fino sulla lama sommitale. Rinviare la prima sosta e proseguire con entusiasmante scalata fino in cima. Sosta su tre spit e maillon.

Discesa: con nove doppie di cui la prima dalla cima della guglia fino alla Brèche sottostante.

 

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Commenti: 1

Renato

Accidenti, dopo la foto sulla Fiamma di Salbit questa mi manca.

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