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Per un Pugno di Sale alla Parete degli Archi Neri

Aprile 17, 2020

Il Blog è come un diario di bordo. Si racconta quello che accade ma può capitare di tralasciare le vicende meno importanti. Com’è possibile allora che non sia stata recensita Per Un Pugno di Sale? Una bella via nuova in Valle dell’Orco terminata nel 2017? Semplice: mostruosa dimenticanza!
Eccomi a rimediare.

Per un Pugno di Sale è nata da un’idea di Paolo Giacobbe con cui ho condiviso le prime giornate per tracciare l’itinerario fino in cima alla parete. Il nostro obiettivo era quello di trovare un’altra linea salibile sulla Parete degli Archi Neri oltre all’unica già esistente del Merlo Acquaiolo.
Raggiungere per la prima volta la cima della parete per una via nuova fù grandioso e ci costò tre o quattro giornate di lavoro. Tante fessure ma anche tante placche ci avevano reso la salita difficile e soprattutto ci aveva obbligato a usare gli spit più di quanto avessimo sperato.
Giunti in cima però la via non era finita. Dovevamo pulirla, raddrizzare alcuni tiri e soprattutto scalarla, cosa assolutamente non scontata.

Il lavora andò come sempre per le lunghe e tanti anni trascorsero tra la prima salita di Per un Pugno di Sale e la sua libera. Esattamente sei anni!

Il risultato fù sorpendente: nove tiri totali, e solo cinque spit in A0 nel sesto tiro, molti tiri da proteggere e….tanto gas sotto i piedi!

Ora bando alle parole ed eccovi la descrizione tiro per tiro dei nove tiri di Per un Pugno di Sale!

Ecco alcune delle nostre nuove vie in Valle dell’Orco

TEMPO TIRANNO alla parete di Pianchette

MIKAKADI alla parete di Fornolosa

Piccola Uja di Ciardoney – DIETRO L’ANGOLO –

Canale Youtube: GUIDE ALPINE TORINO

PER UN PUGNO DI SALE – PARETE DEGLI ARCHI NERI
Prima salita: Umberto Bado e Paolo Giacobbe 2011 – Via ultimata il 5 settembre 2017

Nove tiri
7b max, 6b+/A0 obbl
180 metri di sviluppo
Materiale: Due mezze corde da 60 m, una serie completa di friends fino al 3, doppi fino allo 0,75.

Accesso

Risalire la Valle dell’Orco e dopo aver superato l’abitato di Noasca seguire la strada principale fino all’imbocco della galleria per Ceresole Reale. Non entrare in galleria ma prendere a destra la stradina, prima in salita poi in discesa, che scavalca l’ingresso della galleria. Continuare sulla strada fino alla frazione di Pianchette e parcheggiare l’auto poco dopo nei pressi della sbarra della vecchia strada per Ceresole.

Seguira a piedi la vecchia strada superando un largo spiazzo sulla destra con i Massi del Caporal (evidenti segni di cava su alcuni massi) fino ad arrivare sotto la parete bene visibile sulla sinistra oltre il torrente ( destra orografica) nei pressi di un muretto di pietre a secco che delimita la strada lato torrente. Abbandonare quindi la strada e guadare il torrente in corrispondenza di un pozza con acqua bassa. Una corda è stata posizionata tra due alberi per aiutare nel guado.
Una volta sull’altra sponda, seguire gli ometti che risalgono il bosco e la grossa pietraia fino a base parete.
25/30minuti
L’attacco si trova al centro della parete. Visibile un cordone blu sul primo tiro.

LA VIA

L1: risalire il diedro inclinato che porta ad una piccola pianta e quindi al cordone blu visibile dal basso. Salire l’evidente lama e la soprastante fessura obliqua da interpretare. Con una breve dulfer appoggiata si arriva alla sosta nei pressi di una pianta. 25 metri 6b

L2: seguire la facile rampa verso destra fino alla sosta. 20 metri, 4b
Questa lunghezza è stata trovata spesso bagnata e insuperabile, abbiamo quindi deciso di mettere degli spit e lasciare una corda fissa.

L3: con un passaggio intenso su tacche raggiungere la bella lama sopra la sosta e seguirla fino contro il tetto soprastante. Superlo a destra e salire il diedro successivo fino ad un ampio terrazzo. Seguire il breve diedro e la fessura seguente che solca la placca verso destra. Al termine della fessura proseguire orizzontalmente in placca fino in sosta. Facile ma delicato.Soprattutto peril secondo! 40 metri, 6b+/A0 o 7a+. 5 spit lungo il tiro

L4: superare lo strapiombo a sinistra della sosta e, attraversando ancora a sinistra, risalire un piccolo diedrino che conduce al comodo terrazzo aereo di sosta. 20 m, 7a, 4 spit.

L5: salire sopra la sosta guadagando la fessura che solca in orizzontale la pancia strapiombante a sinistra. Con entusiasmante cavalcata nel vuoto raggiungere il provvidenziale gradino di sosta posto nel cuore della parete. 15 m, 6c, 1 spit

L6: salire il diedro spittato sopra la sosta e. dal suo termine, seguire gli spit in placca (A0, non liberata) verso sinistra fino a raggiungere una fine fessura. Salire completamente tutta la fessurina che solca la grande placca mediana.Incastri di dita e splamo di piedi conducono alla sosta più scomoda della via. 35 m, 7a+ il diedro, A0 la placca e 6c il fessurino

L7: seguire il diedro sopra la sosta e ribaltarsi fuori dal tetto che lo chiude. Un successivo diedro fessurato porta alla sosta. 20 m, 7b

L8: traverso in discesa a sinistra lungo un fessurino in placca ( sprotetto ma facile). Al suo termine continuare il traverso in placca seguendo gli spit e raggiungendo una fine fessura. Salirla. Dapprima piccola e di dita, man mano che ci si alza la fessura diventa più larga e facile fino a divenire una stupenda fessura ad incastro di mano che conduce in sosta. 35 m, 6b+/A0 o 6c+

L9: con facili passaggi verso destra giungere in cima alla parete. Sosta a destra. 10 metri, 3b

Discesa
In doppia lungo la via
Da S9 a S5, da S5 a S1, da S1 a terra.